Piccolo racconta che qualche settimana fa Niccolò Ammaniti gli ha telefonato molto turbato, dicendo: “Sai che su internet ci sono tantissime persone che mi prendono in giro, mi attaccano, dicono che il mio libro fa schifo?”. Piccolo ha risposto così al collega e amico di vecchia data: “La prima regola caro Niccolò è non leggere mai commenti online”.
[Intervista di Serena Danna a Francesco Piccolo, “Cara sinistra fonda tu il partito dell’amore”, Il Domenicale del Sole 24 ore, 10/01/2010]
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Stupisce che in una intervista impegnata aggalli un residuo fecale simile.
Scrittore, turbato per gli attacchi su Internet al suo libro, cerca consolazione e ragione di tanto oscuro livore nei suoi confronti.
La casta, pagata per scrivere – il cui primo pensiero è il piacere di scrivere, il secondo, piacere – vive al di sopra delle proprie potenzialità.
E’ inimmaginabile che i sommovimenti aurorali della scrittura possano accompagnarsi a cotanto turbamento.
Del resto, la risposta dell’amico Piccolo conferma – se ve ne fosse di bisogno – quanto l’essere umano sia suscettibile, impredicabile e impraticabile.
Praticabilità passando per il “suo studio sull’Ostiense a Roma, un accogliente seminterrato che si apre su una scalinata red carpet e locandine di film d’epoca alle pareti”.
E come il giro sia sempre uguale: su se stesso.
[A. R.]
I commenti online stanno a cio’ che Piccolo/Ammanniti vorrebbero leggere su internet come la loro letteratura sta a quella che vorremmo leggere noi.