Le fasi tassonomiche incombono; pertanto, bisognerà far rovinare travi sulle teste, scrivere per salvare quel servigio dal quale chi si esime non sopravviverà al riso abissale. Verremo prima irretiti con futili espedienti, poi cambieremo sede. Il confronto e la flessibilità appartengono solo alla categoria del politico, affetta da rogna esistenziale e turbe neomelodiche.
Mese: luglio 2016
Erdogan il Ragno – Angelo Rendo
Il caro amico Alberto Mazza, ispirato dalla mia foto di profilo facebookiana, si è preso la briga di trovare il nome del mio alter ego. Che sarebbe NOEL ERDOGAN.
Non son cose che possano dirsi liberamente, innanzitutto!
L’unione del mio nome e cognome è così impressiva, suona così bene che sarebbe stato impossibile deturpare questo binomio perfetto, non ci fosse stata una mente andata, capace di sfruculiare negli anditi più pigramente abbandonati.
E il danno si è anche fatto più imponente, allorché, contagiato, sono andato in cerca di un motore di anagrammi.
Il mio tertius ego, se volete, si regge su quattro paia di zampe: ARDO LE GONNE, DAL NEO REGNO, DAL NEON ORGE, DAL NEO RAGNO, DAL NEO RANGO, DONA LE ROGNE, LE ONDE RAGNO. Con LEDA ROGNONE, in pole position, zampa anteriore sinistra. Erma.
La posa – Angelo Rendo
Dal cuore aperto e placido della colonnina era possibile che il cane scappasse verso i covili e tutto odorasse senza troppo indugiare. Dunque, non conveniva armarsi di sospetto, meglio fermarsi ad asciugare le lacrime dell’animale, ché la gratitudine afferra alla nuca e prepara il giaciglio alla poesia. Se due volte ti giri, comprendi. Con una sola volta, sbandi. Se pienamente vai, sfondi ogni posa. La ragione è questa.
Il Cavaliere calabrese – Angelo Rendo
[Mattia Preti, ‘Deposizione’, Chiesa di San Bartolomeo, Scicli]
Sono venuto stamattina per fare una sorpresa alla mia ragazza – ti ricordi, sono calabrese; ah… aspetta un attimo…sì, certo, sei di Taverna, il paese natale di Mattia Preti – e l’ho trovata con un altro. Mi spiace. No, meglio così, subito subito. E ride, sollevato; per dieci secondi levita al mio fianco. Aveva 21 anni, c’eravamo conosciuti all’aeroporto sei mesi fa, che vuoi fare. Ora ti saluto, grazie, e arrivederci, non so perché ma mi sei stato simpatico sin da subito. E aspirando tutte le lettere dell’alfabeto, che portento, ritorna coi piedi sulla terra. Subito pronto al volo per Messina.
Tempo d’ossa – Angelo Rendo
Quel poco tempo – che l’opinione comune mette sotto i denti – va di norma a riscattare le tracce manifeste dell’ostensione di ciò che è reso subdolamente pubblico e contiguo alla turpitudine. L’osso scheggiato che lacera tenere interiora.
Non lo trovo – Angelo Rendo
Mio marito è morto nel 2013, mi dice. Me lo ricordo, il signore col baffo rado e i capelli brizzolati, le dico, mentre col tergivetri incessantemente tiro via l’acqua che da ogni parte insidia l’interno. Ah… sì…baffe…brizzo… come? Grazie! Arrivederla, signora!
Bene, andiamo avanti! – Angelo Rendo
Del raccoglibile – di quel sistema che sembrò farsi presente nell’epoca del pensiero – all’essere animato non rimangono che barbagli, barbe, piume o scaglie. Stati inconoscibili e fervori neri. Non a un uomo bravo a dirsi e a situarsi ci riferiamo, ché significherebbe far parlare la parola che mai avrebbe potuto e può parlare.
Il macallè di ricotta – Angelo Rendo
Lasciata la macchina con la moglie dentro poco più avanti, alla mia destra, lungo la via che porta al varco di accesso e uscita, dopo esser stato rifornito, furtivo – fra mio padre in visita alle mie spalle e un nuovo cliente che quasi pende dalla pompa, ha fretta – si riavvicina, e a bassa voce, a bruciapelo chiede: “Che ti piace il macallè di ricotta?”. Rispondo, disarmato, di sì, ma ho già fatto colazione, grazie. Se vuoi lo prendo, è in macchina. No, grazie davvero, grazie. Molle se ne va, con gli occhiali da sole azzurrati che gravi gli abbandonano la fronte e la paglietta all’aria. Non so cosa abbia fatto dopo.
Gesù di Nazaret è un ex finanziere – Angelo Rendo
’Angelo, io sono un Gesù di Nazaret, lo vuoi capire o no? Se mi dessero l’Italia in mano, vi farei fischiettare e cantare tutti, tutti i giorni! Però…RIGORE e DISCIPLINA!’.
(Brivido alla schiena).
Così un cliente settantenne, ex finanziere – dalla schiena dritta a tal punto da destare preoccupazione – conclude la sua permanenza presso il rifornimento.
(Io tutt’orecchi, per venti minuti).
Gli occhiali da sole – Angelo Rendo
Non ho remore ad immaginare Edoardo Boncinelli tenere banco senza togliersi gli occhiali da sole.
L’azzardo dura – immemorialmente – fino a che restano spente le luci dell’ufficialità.
Il destino dei loquaci: non avere misura, farsi seppellire prima che la possano raccontare.