[Per gentile concessione di Gianni Agostinelli e Luigi Grazioli presentiamo l’esilarante racconto del primo come anteprima dell’ultimo numero (60/61) di “Nuova Prosa”. Così avremmo voluto fosse così è stato, onorati. Clicca qui per acquistarlo.
Mi ha fatto ridere, e non di lieve sbocco o scoppio, ma legato all’inciampo, al gesto goffo dei protagonisti a cui la prosa non presta il braccio, li fa rotolare anzichenò. A.R.]
Santo Spadoni era mio compagno di banco nell’ultimo anno delle superiori. Anno scolastico 1996-97. Dopo il diploma io ho frequentato due anni di Economia e Commercio, poi ho cambiato strada e mi sono laureato in Agraria. Santo Spadoni invece, son rimasto che aveva deciso di fare il carabiniere e so che appena preso il diploma passò dieci giorni a Bruxelles e Amsterdam con Gardelli, che anche lui era in classe con noi, e poi fece l’anno di leva nelle forze dell’ordine. Questo è quello che sapevo di Santo Spadoni fino ad oggi, che di anni ne son passati diversi. Poi verso le quattordici ho visto una pattuglia di carabinieri ferma sul lungo lago e i due in divisa che stavano in piedi a guardare il lago. Aveva anche iniziato a piovere, da qualche minuto. Io ho accostato e prima di spengere il motore ho guardato l’ora: le quattordici, come dicevo. Allora mentre stavo attento ai comportamenti dei due carabinieri ho subito pensato che era successa qualche tragedia, del tipo un morto affogato, un altro suicidio che quest’anno sarebbe il settimo in città, e siamo solo a fine Aprile. Invece ho saputo che non c’era nessuna tragedia e confesso pure di essere rimasto un filino deluso, che ormai c’abbiamo fatto il callo. Tanto che quando passano le forze dell’ordine, o le ambulanze, ormai smettiamo anche di respirare e telefoniamo a casa. Tornando al discorso di prima ho saputo che non c’era nessuna tragedia, ma solo una semplice operazione di routine dalla bocca di Santo Spadoni, che era uno dei due carabinieri sul lungo lago e che quando mi ha visto ha drizzato la schiena e poi ha sorriso in mezzo al pizzetto. Santo Spadoni, checcazzo, ho detto. Continua a leggere