L’unione dà morte

Quel poco ch’esce da questa lingua chiusa e conosca chi vuole, ché non fu più possibile il movimento. La letteratura italiana si fermò.

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AL DI LA’

Sono i rovistatori di disgrazia, lepri dal naso fino: nelle chiese, dinanzi a bare, e, nel chiuso battito delle tombe, luci.

continua su http://www.nabanassar.com/aldila.pdf

Giuseppe Cornacchia at erbacce-press, Liverpool

Dear Literary Friend,

I’ve found a publisher (a small cooperative from Liverpool, called erbacce-press) and signed a contract to sell a bilingual excerpt from my latest collection, “Ottonale”, Fara Editore, Italy, 2006. The introduction of this chapbook (40 pages and 15 poems included) also reports the names of the translators into English Language: Chiara De Luca, Judy Swann, Gray Sutherland. I’m very grateful for their progressive work on my poems.

If you can help to spread the news, it’s a welcome help.

My chapbook web page is at: http://www.erbacce-press.com/#/giuseppecornacchia/4529567215

Thanks a lot for your attention,

Giuseppe Cornacchia – www.nabanassar.com

Intervista a Damiano Abeni

L’editore “minimum fax” di Roma opera da qualche anno con forte appeal su un pubblico giovane, grazie al catalogo imperniato sulle opere di Carver, sulla generazione beat e sugli under quaranta, anche inglesi e italiani. La recente pubblicazione di “west of your cities”, antologia di poeti di gran nome americani (dodici autori nati tra il 1934 e il 1950 scelti tra laureati e pluripremiati), a cura di Mark Strand e Damiano Abeni -anche traduttore in italiano- è in un certo senso sorprendente e stimola alcune domande, alle quali Abeni stesso ha gentilmente accettato di rispondere.

1) Come si giustifica in “minimum fax” l’idea di un’antologia di poesia americana del tipo di “west of your cities”? Voglio dire: minimum fax è nota per le sue operazioni carveriane, con frequenti incursioni beat, e per la grande attenzione ai giovani under quaranta, ora anche inglesi; questa nuova antologia si pone nel mezzo (nel giusto mezzo, direi…) e celebra i pluripremiati. Da lettore sono contento, ma non capisco. Mi aiuta?

Non credo di essere la persona più adatta a rispondere: Marco Cassini e Daniele Di Gennaro potrebbero senza dubbio darvi una migliore collocazione di “West of Your Cities” da un punto di vista editoriale. Comunque io penso questo: un editore connotato e seguito come Minimum Fax punta di certo ad uno specifico gusto letterario e al suo pubblico, ma comunque privilegia la qualità dei testi, per cui… ho idea che sia stato abbastanza naturale per Minimum Fax presentare alcuni tra i migliori poeti nati fra il 1934 e il 1950 e molte delle migliori poesie scritte negli ultimi quarant’anni negli Stati Uniti.

…………. continua su: https://nabanassar.files.wordpress.com/2008/06/intabeni.pdf , aprile 2004

Don Purpa, omu ‘i panza

U CASU PURPA di Don Peppino Nturcinabudedda

L’atto d’accusa: Don Purpa, omu ‘i panza, è accusatu da una corti d’omini ‘i panza di essiri purpu.

I testimoni: Un picciotto latitante ignoto, Domenico Minchione (un filosofo).

Verbale dell’interrogatorio del picciotto latitante ignoto

– Chi ‘nni sapiti di Purpa?
– Nenti sacciu.
– Nun aviti nenti ‘i diri?
– FossiŠ
– Chi?
– Don Purpa ‘n bravu crissianu e’.
– E vui chi ‘nni sapiti?
– ‘Un mi fati parrari assaj.
– Allura picchi’ u diciti?
– Picchi’ e’ accussi’.
– Nenti autru vi dissiru ‘i Purpa?
– Chiddu ca dissiŠ
– Nenti ‘i megghi, vogghiu diriŠ
– Purpa masculu e’.

continua su http://www.nabanassar.com/manimp4.pdf

Pasquale Giannino: real italian epic (R.I.E.)

…………………………………………………intervento di Giuseppe Cornacchia……………………

Ho letto il saggio di Roberto Bui sul New Italian Epic, scaricabile qui: http://www.wumingfoundation.com/italiano/WM1_saggio_sul_new_italian_epic.pdf

Documento lungo e sicuramente interessante, da rimasticare senza fretta. Le perplessita’, come sempre quando si vuole recintare una presunta “nuova tendenza” o “tendenza in atto”, riguardano la congruenza dei dati raccolti (i libri esaminati, il contesto socio/letterario nel quale sono inclusi) e la plausibilita’ delle ipotesi che ne dovrebbero scaturire. Siamo in un periodo nel quale tutto si puo’ dire, anche che gli asini volano, per cui non stupisce che le reazioni siano eclatanti e soprattuto che tanta gente prenda queste 18 pagine sul serio; a me pare essenzialmente che un insieme di scrittori noti per la loro “macchinosita’” (concettuale, stilistica o di costruzione del plot narrativo) cerchi di mettersi a testuggine e fare massa critica, anche nei riguardi di eventuali sbocchi all’estero. E’ tutta una cricca? No, e’ semplicemente un manipolo di coraggiosi chiacchieroni molto molto italiano. E’ comunque un’operazione legittima, picarescamente mastodontica e tutto sommato innocua, ottimo fulcro di discussione anche animata. L’appunto sostanziale che a prima vista mi muove e’ che molto di quel che si scrive in Italia, a questo punto, essendo rimastico di americanita’ piu’ o meno mitizzata, possa rientrare nella categoria. E mi trovo a stupirmi di come, invece, gente che scrive molto meno macchinosamente e soprattutto piu’ italianamente (con tradizione che va indietro verso Alvaro e Gadda, fino a Verga, ad esempio), venga ignorata pur avendo tutti i crismi per rappresentare davvero la RIE, real italian epic. Ecco, per dire, l’inizio del racconto di Pasquale Giannino, oggi trentaseienne, ingegnere trapiantato nel milanese, che lascia le sue tracce letterarie sul bloggone “la poesia e lo spirito”:

“Quando mi sento giù ascolto un disco di Renato Carosone. L’ho visto nel ‘91 al teatro di Altomonte. È un paesotto del cosentino a una manciata di chilometri dal mio. A differenza degli altri comuni della zona, che stanno morendo, ad Altomonte negli anni Ottanta c’era un vecchio professore di lettere che ebbe un’idea particolare. Disse: Noi non abbiamo niente in questo piccolo paese, neanche gli occhi per piangere. Però abbiamo un borgo che molti ci invidiano: da una parte le case a forma di presepe naturale, dall’altra un belvedere da restare senza fiato. Per di più siamo nella Magna Grecia, l’unica cosa che ci manca è un teatro…” … il racconto di Giannino continua su:http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2008/05/31/il-maestro-del-buonumore/

La strimpellata del buon Carosone (tu vuo’ fa l’americano, mericano, mericano) riecheggia nel cielo della NIE come il “vita mia” di Amedeo Minghi risuonava nei comizi del sindaco calabrese Cetto La Qualunque, vivida espressione del RIE (real italian epic… qui riprodotto esemplarmente: http://it.youtube.com/watch?v=_DyM9s9J14Y) che ad un tratto vediamo sorpassato da questi eruditi operatori fieristici del book globalizzato. Nemmeno fossimo noi Italia un residuo coloniale cosi’ interessante in ambiti anglofoni, tralaltro, Gomorre a parte.