DISEGNO COME ESCREZIONE – Angelo Rendo

In silenzio, gentili e accoglienti gli uni gli altri, i liberi disegnatori della Santa Rosa – la libera scuola di disegno fondata nel 2017 a Firenze da Francesco Lauretta e Luigi Presicce, ieri a Siracusa, domani altrove, quasi sempre a Firenze, e che tanto lustro sta dando al panorama artistico italiano edulcorato e dopato – siedono e disegnano. Non vogliono sentir nulla. Il loro è un ufficio immancabile, ad elevata dipendenza. Si guardano negli occhi, si lanciano sguardi di sottecchi, o furtivi, o aperti. Ognuno col proprio segno. Veloci, nervosi, trattenuti, lievi, sfumati, delicati. Raffigurano a vicenda se stessi, o qualsiasi altra cosa cada sotto i loro occhi, disanimata.
Un miracolo. Ad aleggiare non v’è alcuno spirito, come ci si aspetta che sia scritto, ma la noncuranza della gratuità. L’involucro che ci avvolge si disfa in segno e avanza inesorabilmente verso la sua fine. Il fine del disegno.

Come esempio porto “Angelo che mangia” di Francesco Lauretta. Mangiavo erbe del campo, o fiori, o merda? Il calice dell’eterna alleanza sembrerebbe esser pronto a raccogliere quella spessa e sospesa materia. Tra il sentire e il dire passa l’escrezione, la primaria e più risoluta forma d’arte.

Intervista rubata – Angelo Rendo

[Allo scrittore toscano Vanni Santoni è venuta l’idea di porre undici domande agli scrittori stranieri partecipanti al Premio Von Rezzori. Ha titolato le interviste ‘Discorsi sul metodo’. Compaiono sul blog di Minimum Fax (http://www.minimaetmoralia.it/wp/tag/discorsi-sul-metodo/). Ne ho letta qualcuna, quindi ho immaginato di essere uno scrittore internazionale di prima grandezza. E ho risposto alle domande.]

# Quante ore lavori al giorno e quante battute esigi da una sessione di scrittura?

Dieci ore, durante le quali può darsi mi escano delle battute. Solitamente battute di arresto. Non esigo nulla. Non è esatto l’inesigibile.

# Dove scrivi? Hai orari precisi?

Da un po’ di tempo, da quattro anni almeno, scrivo direttamente sullo smartphone, scrivo post su Facebook; le traduzioni, invece, passano prima per la carta. Poi Facebook, quindi blog. Bara.

# Fai preproduzione o scrivi di getto?

Premo sui meridiani. E il sapere si aggruma prima, poi sfuma.

# Quante riscritture fai? Tendi a buttare giù prima tutto o cesellare passo passo?

La ripetizione, il prima e il dopo svelano; il lavoro non è provocato dal taglio, ma da una piana carezza o da un papagno definitivo.

# Scrivi più libri in contemporanea?

No. Il libro è un’entità sofisticata, un lume ottuso, bellissimo, oltrepassato, che oscura il portato inscalfibile. Ha interiorità violenta e virale.

# Carta o computer?

La prima mi deprime, il secondo mi solleva.

# Tic o rituali per favorire la concentrazione?

Minchiate.

# Come hai esordito?

Del mio esordio, avvenuto in quinta elementare, io, rotondetto, lento ma di piede buono, ricordo un gol all’incrocio dei pali poco fuori dall’aria di rigore nel campo di calcio a 5 del Polivalente di Jungi a Scicli. Impietrii. Non se lo aspettava nessuno, nemmeno io. Non ricordo più come finì l’incontro.

# Come è cambiato il tuo modo di lavorare da allora?

Continuai per altri tre anni, ma diventai sempre più goffo e lento. Inutilizzabile.

# Le opere che più ti hanno influenzato per quanto riguarda la pratica e il mestiere della scrittura.

Per ogni libro che non ho finito ho taciuto sui finiti. Le certificazioni sono al vaglio della polizia.

# “Esisti” online?

Sì. Lì.

Yo La Tengo al “Flog” di Firenze il 28 Novembre

[In vista del concerto fiorentino del 28 novembre al Flog di Firenze, propongo una playlist degli Yo La Tengo, rinnovando lo stesso post, traccia scaccia traccia, per i nostri lettori/ascoltatori.]

Playlist:

More stars than are in heaven, qui, tratta dall’ultimo album Popular songs (2009).

Autumn sweater, qui, tratta da I Can Hear the Heart Beating as One (1997).

– Don’t have to be so sad, qui, da Summer sun (2003).

Mr. Tough, qui, da I’m Not Afraid Of You And I Will Beat Your Ass (2006).

– From the motel 6, qui, da Painful (1993).

– Everyday, qui, da And then nothing turned itself inside-out (2000)

The summer, qui, da Fakebook (1990)

– Mushroom cloud of hiss, qui,  da May I sing with me (1992)

Blue line swinger, qui, da Electr-O-Pura (1995)

The empty pool, qui, da Ride the tiger (1986)

Concludiamo, sotto,  con You can have it all, da And the nothing turned itself inside-out (2000) e buon concerto a tutti!

Jorie Graham a Roma e Firenze – 13/14 Novembre 2008

Riceviamo, e pubblichiamo, da uno sconosciuto, Paolo Gervasi, della Luca Sossella Editore, il seguente triadico invito:

Jorie Graham


L’angelo custode della piccola utopia
Poesie scelte 1983-2005
cura e traduzione di Antonella Francini
Luca Sossella editore
arte poetica
Presentazioni del libro
del Premio Pulitzer Jorie Graham
13 novembre 2008, ore 18,00
Centro Studi Americani
via Michelangelo Caetani 32, Roma
presentazione del libro
interverranno
Jorie Graham
Antonella Francini, curatrice del volume
Marina Camboni, Università di Macerata e Presidente Aisna
Guido Mazzoni, Università di Siena e condirettore della collana Arte poetica
per info
Centro Studi Americani (Valeria Rosignoli), t. 06 68801613
Luca Sossella editore, t. 06 68309494
14 novembre 2008, ore 18,00
Comune di Firenze – Quartiere 2
Villa Arrivabene, piazza Alberti 1/a, Firenze
presentazione del libro e letture di Jorie Graham
all’interno del XX Corso della scuola di scrittura
di Semicerchio. Rivista di poesia comparata
coordinerà Antonella Francini, curatrice del volume

per info
semicerchiorpc@libero.it
asfranci@syr.fi.it

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Se a Gianluca l’invito personale era giustificato, viste le letture fatte ai loro libri, a me e al Corvo, e a chissà quanti altri subiscispam il farsi dare del partigiano della poesia, dell’animatore culturale è una slinguazzata insostenibile, un quasi adescamento.

Insomma, Sossella fa’ la brava, ti distingui per dedizione alla poesia e qualità dei volumi, ma sappiti comportare. Qualche mese fa ti mandai “La mezza parola” e hai fatto orecchie da mercante. Nemmeno a dire grazie porco per avere pensato a noi ma non interessi. Ora mi cerchi, non funziona.

Per me, alla prossima, sei spam, spam spam spam smanioso, pure te! Beeeh…beeeeh…beeeeeh…