Non deve colare alcuna bava dal caracollante bisogno d’avanguardia. Se anche le politiche dell’apparenza dovessero minutamente prender forma, scappino dai chiusini le anime della distrazione.
Mese: aprile 2016
Mitraglia senza predicozzo – Angelo Rendo
Bandiranno dal consorzio umano tutti quelli che scrivono senza sale, chi preferisce la facezia al colesterolo, la punta al tacco, l’umanità infranta al vetro aguzzo della fine.
I vegani, i vegetariani e tutti coloro che lottano per la conservazione della specie. Quindi tutti, tutti gli uomini di buona volontà. Che scambiano la realizzazione spirituale col fico secco dell’ideologia.
Terranno i cattivi, i dimentichi del bene, ovvero i paladini della sciatteria che può farsi mitraglia senza predicozzo.
Licata come Venezia – Angelo Rendo
La menzogna è una minima porzione di mente, capace di far rovinare cattedrali nei canali.
Licata è attraversata dai canali. Come Venezia.
Sassate! – Angelo Rendo
Un mostro con testa e coda innestate nel collo divora leggi ed esige turpiloquio.
Appare manifesta l’irresolutezza della ragione. Che è sempre di chi avanza armato di dialettica e raccoglie, anche quando fomenta la reazione, sassolini del disonore.
Sassate!
Il saluto – Angelo Rendo
Camminavamo sulla stessa strada, separati dalla strada. Improvviso, un boato sordo ci fece fare piccoli piccoli. Proveniva dal sottosuolo. Sarebbe stato naturale ci si fosse scambiati un saluto. Ma quello non resisteva all’amor proprio, la più cannibalica veste in dotazione all’uomo.
E come fulmine nel sereno dell’ora meridiana di primavera, così saettò la mia mano in un luogo fattosi pietra.
Riga diciannove pagina duecentosette – Angelo Rendo
Leggevo, quando, a un tratto, un essere indivisibile, delle cui fattezze non riesco a essere sicuro, è venuto fuori alla riga diciannove di pagina duecentosette (poco più in basso della metà della pagina), chiudendomi il libro inopinatamente e sbattendomi fuori da casa.
Dentro intanto mi strattonava, inducendomi a forza per la collottola a guardare da un’altra parte; mi pareva di essere libero, solo le gambe un po’ rigide; prese a farmi ballare. Quindi uscimmo dalla serratura alla stessa maniera di come eravamo rientrati.
Titolo – Angelo Rendo
Un titolo, quand’è scopertamente volgare, s’impone per essere negato. Pare brillare, ma in realtà è più brillo che bello, disinnescato ai blocchi di partenza.