Tre settimane di poesia nei lit-blog italiani (VIII)

[Una nuova accelerazione per una nuova partenza, un altro mondo da innovare. Pompe e turbine. GiusCo]

Fabrizio Bajec: verseggiare informe, di tono medio, con sparse eccentricita’ (3 Lug 2012, le parole e le cose, http://www.leparoleelecose.it/?p=5851)

Roberto Cogo: ispirazione a tema, alcune soluzioni lessicali restano deboli (4 Lug 2012, la dimora del tempo sospeso, http://rebstein.wordpress.com/2012/07/04/dellimmergersi-e-nuotare/)

Renzo Favaron: il dialetto impreziosisce una vena locale guizzante ed originale (5 Lug 2012, Rai News Poesia, http://poesia.blog.rainews24.it/2012/07/05/renzo-favaron-un-de-tri-tri-de-un/)

Annamaria Ferramosca: parola sicura, imbellettrita spesso in nenie di maniera (7 Lug 2012, blanc de ta nuque, http://golfedombre.blogspot.co.uk/2012/07/amferramosca-i-canti-della-prossimita.html)

Michele Obit: agra sopravvivenza ingentilita da un filamento tenace e luminescente (9 Lug 2012, poetarum silva, http://poetarumsilva.wordpress.com/2012/07/09/michele-obit-poesie/)

Vincenzo Della Mea: misura e voce diventano connettive nei versi dedicati a nipotino e padre (10 Lug 2012, imperfetta ellisse, http://ellisse.altervista.org/index.php?/archives/605-Vincenzo-Della-Mea-Poesie-inedite.html)

Laura Fusco: eteree associazioni in precario equilibrio ma complessivamente armoniche (18 Lug 2012, Edizioni Kolibris, http://kolibris.wordpress.com/2012/07/18/prima-ristampa-di-aquanuda-di-laura-fusco/)

Alessandra Carnaroli: barbie girl e’ solo un ricordo, la nuova epoca e’ il naif (cit.) (18 Lug 2012, nazione indiana, http://www.nazioneindiana.com/2012/07/18/marcello/)

Mi costruisco un sistema di pensiero (e una poetica)

[Ennio Abate ha ripescato un mio vecchio intervento teorico del 2001 e lo ha riproposto su Moltinpoesia. Lo ringrazio. Ripropongo qui, per completezza e in file .pdf gratuito, l’altro contributo di pensiero e di poetica che mi rappresenta. GiusCo]

“Di partenza sto sul versante Quine, nel filone delle “Ricerche filosofiche” di Wittgenstein.”

“È inutile, nelle mie attuali condizioni di vivente immerso in un così chiamato secolo Ventunesimo dell’era cristiana in Europa Occidentale, fare il vareliano: posso tranquillamente cavarmela con le simulazioni: mi basta imitare e modellare la fenomenologia osservabile, sicuro di ricavare un quadro già fedele anche per i nostri scopi letterari; gli affinamenti successivi e il senso complessivo li lascio a studiosi di professione. Resta da definire a cosa può servire la poesia, collocata negli strumenti a forte capacità induttiva più che simulativa.”

“Le teorie cambiano all’aumentare della penetrazione logica (che mano mano accantona le vecchie teorie, aprendo alle nuove, che a prima vista possono anche sembrare del tutto nuove) ma l’aspetto relazionale di fondo, quello che le teorie sottendono, rimane lo stesso, e quello è il limite conoscibile: è l’aspetto relazionale del mondo esterno ad essere indagabile, non il mondo esterno in sé. Le teorie parlano delle relazioni e non di cosa è il mondo esterno.”

“Scrivere in informatichese (partendo cioè da un sistema sintattico) afferma una scelta razionale: la superiorità della sintassi sul segno o, meglio, la riducibilità del segno alla sintassi o, ancora, la valenza nella sintassi prima che nel segno. Tornando all’Eco citato da Marchese e dunque alla poesia: le parole sono scelte dal ritmo; ovvero, economicamente: le stringhe sono scelte dalla sintassi, rigettando l’ermeneutica e la storia delle singole parole. Rimanendo sul piano della sintassi, le neuroscienze sembrano confortare: il cervello pare strutturato sintatticamente, non ritmicamente.”

“E il lettore? A lui conoscere e condividere l’enciclopedia delle sintassi, dopo di che ragionerebbe sulle stringhe. L’adozione della “stringa economica” quale natura base dell’espressione poetica, circoscriverebbe la poesia al modo di dire le cose senza parole inutili e costituirebbe un punto d’arrivo fisiologico prima che pragmatico. Ermetici (iniziati), gnostici (esiliati), alchimisti (simbolici), ermeneuti (interpreti), sociologi (giudici) sarebbero tutti fuori gioco, giacché nel mondo fattuale regna il principio di economicità, rigidamente ma liberamente sintattico, agonistico, comparativo rispetto alle isotopie possibili e precedente le elaborazioni della pragmatica.”

scarica la versione completa in formato .pdf:
Mi costruisco un sistema di pensiero (ed una poetica) 3.0, marzo 2008

Appunti dal buon senso senza senso (8) – Angelo Rendo

Quando mi imbatto per caso in Guccini, un sistema di formidabile pesantezza prende piede, dal basso la sua voce avvolge di fiamme l’intestino crasso, si rimescolano le bande corporali, cala una solennità non richiesta, zolfanelli si accendono, acri e sinistre avvisaglie di moto di mani. Una catenaccia vorrebbe impossessarsi delle caviglie, ma l’intera composizione, che fronteggia Guccini e scansa volando, mostra una pelle d’ambra: la luce penetra i cervelli e sopra i tre volti morbidi, delicati e pensanti Ma che dite per davvero?! piomba un alone, una preesistente bianca tersa luce composta, che a sé richiama per tre volte tre teste sei occhi tre nasi e tre bocche. Una casa sullo sfondo, un albero dietro, al centro; su tre piccoli troni e una bassa assai bassa mensa accecante e invisibile tre; una coppa con un cuore dentro; dalla risicata fenditura che da ala ad ala porta brandellucci di cielo e per l’azzurro, il rosso acceso e l’oro e il verde poca la lingua è. E invisibili i bastoni, esili linee o persone sottili: ciò che rimane fermo, inossidabile e il tagliente, longilineo scompaiono. Uscire ed entrare, senza fare mai ritorno al punto di fuga ormai lontano, alle due sole bocche nere, mentre la terza, al centro, rimane aperta, lattescente.