Partiamo da questa affermazione di Wittgenstein in punto di morte: “Mi sarebbe piaciuto scrivere un libro di filosofia fatto solo da scherzi, ma non ho humour.”. E qui rimaniamo per un po’, il tempo di “degenerare dal genere”, macro e micro, iconoclasta e fatalmente intellettuale. Concetti percepiti solo nel novero dell’intellettualità che l’estemporaneo annichilisce. In sette, otto puntate – a cura di Dario Vanasia e Angelo Rendo – riproporremo per lacerti e fiori “Wittgenstein”, film di Derek Jarman del 1993. Una rilettura lirica laterale.
Mese: Maggio 2014
Appunti dal buon senso senza senso (84) – Angelo Rendo
La concentrazione stanca chi, intento a ritagliare fogli di giornale, non ha portato, come un affluente che diverga attratto dal vento.
Tuttavia, è chiaro – dinanzi a una foto che ritrae un interno alto-borghese popolato da due uomini soli, uno di fronte all’altro – al netto delle vesti e degli accessori rimanga l’impassibilità colma di parole attratte da un gesto senza portata, come è proprio di chi annuisca orientando la sfocatura all’esterno.
Appunti dal buon senso senza senso (83) – Angelo Rendo
Non si ferma mai. Appena in piedi, assai presto, monta in macchina e, prima di girare la chiave, alita sul finestrino con foga e insistenza, come ad aspettarsi risposta; per l’intera giornata sfreccia; tesse metà provincia. Dov’è, dov’è andato a finire! – esclama.
Appunti dal buon senso senza senso (82) – Angelo Rendo
Se nell’incastro la regola ha diradato e lontano sparso l’oscura chiarezza, repentina, ancora una volta, la gravità.
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Questo scrittore non ricordo abbia retto o cominciato a sentire una parola. Scrisse su pergamena che la fuga non è acqua ma un gesto improvviso innanzi al passaggio del dissimulatore.
Appunti dal buon senso senza senso (81) – Angelo Rendo
Poi, a mano a mano, la pronuncia dell’interno diventava figlia del parlato. Occorreva, dunque, stringere ad altezze diverse alcuni nodi, ché le scansioni altamente memorabili non si confacessero più alla mente lucida e caparbia, lesta e maestosa. E ogni cosa svanisse, appena scritta.
Appunti dal buon senso senza senso (80) – Angelo Rendo
Come si costruisce la verità?
Prendi del ferro, torcilo, fanne una bara, metti dentro di essa tutti i tuoi mattoncini informazionali, le fonti di primaria importanza, i declivi, il letto senza lenzuolo alcuno, solo acqua. Acqua pura e permalosa. Un fiume in una botte sia la verità.
Alla domanda ognuno risponde, meriterebbe risposta? Meriterebbe risposta colui che afferma la verità? Scoccia vedere la scocca illibata, la libidinosa prurigine della competizione. Dove state andando?
E giù giù, a raccogliere i piccoli pesci, piccolo pesce della verità, del cielo stellato, della notte buia, del fango dalla cintola in giù, del fumo dalla cintola in su. Tutto è squagliato.
Eppure l’onnivorismo, la grande testazza di minchia rimane.