In Inghilterra il duopolio anche sociale della poesia e’ rappresentato da un lato dai modernisti accademici, bianchi e di mezza eta’ raccolti intorno alla rivista PN Review edita da Carcanet, Manchester; dall’altro dalla casa editrice Bloodaxe Books, che opera da Highgreen. Bloodaxe in particolare ha aperto alle minoranze fin dalla sua fondazione, a meta’ anni ’70, e ha conosciuto un progressivo moto di simpatia e successo popolare. Donne, meticci, neri, gay e lesbiche, operai, contadini, immigrati regolari e clandestini… queste le voci maggiormente rappresentate.
L’antologia edita nel 2008 e chiamata IN PERSON – 30 POETS aveva la particolarita’ di apparire assieme ad un DVD che fa da vero e proprio reading, della durata complessiva di oltre sei ore, da parte di tutti i poeti presentati, i quali leggevano le loro poesie direttamente dal libro e in diretta, ripresi dalla film maker Pamela Roberston Pearce. L’editore Neil Astley aveva cioe’ selezionato trenta degli oltre trecento poeti da lui pubblicati e li aveva invitati a leggere le loro poesie dal vivo, per coronare l’amicizia editoriale (e spesso anche personale) maturata in trent’anni di attivita’ della casa editrice.
Il risultato, vista anche la professionalita’ della Robertson Pearce, e’ da un punto di vista umano stupefacente. Da un punto di vista squisitamente letterario, il discorso potrebbe essere un po’ diverso: e’ importante la vitalita’ che viene conferita al gesto, che torna ad essere orale, ma a parte la meritoria apertura metodologica, gli esiti sono spesso canonicamente dimenticabili, diaristici, espressionistici, privati. Si tratta appunto di poesia di genere, che qui in Inghilterra ha molto mercato fra pubblicazioni di seconda, terza e quarta fascia. In effetti la poderosa e vastissima opera di sponsorizzazione dell’Arts Council ha creato una specie di staterello assistenziale al quale attingono in moltissimi, comprese PN Review e Bloodaxe Books.
Ma l’interesse specifico di questa lettura e’ nel progressivo tentativo di avvicinare le arie di John Koethe, mio prossimo oggetto di traduzione. Ecco che dunque i 30 poeti e i loro video (disponibili in parte anche in internet) forniscono una varieta’ di esempi intrigante, cosi’ come e’ stata per l’Italia la rilettura degli otto presentati da Afribo.
Chi dunque si avvicina alle arie di Koethe? Chi potrebbe aiutarmi a spianare lo spiritello mercuriale cosi’ caratteristico dei miei modi personali? Sono stato abbonato un anno alla PN Review ma mi sono mortalmente annoiato… IN PERSON mi ha invece restituito un minimo di vita. E voglio segnalare in particolare David Constantine che, paradossalmente e’ co-editore di Modern Poetry in Translation la quale, visto quanto il mondo e’ piccolo, ha a suo tempo ospitato un numero monografico dedicato a poeti italiani contemporanei e curato da Luca Guerneri e Roberto Galaverni.
Come si concilia tutto questo con la noia che mi assale leggendo PN Review? Non lo so e non me ne importa granche’. Sono solo contento di aver scoperto una nuova voce che potrebbe aiutarmi nella nuova impresa traduttoria. A voi una sua poesia e il video che lo ritrae leggendola per IN PERSON.
clicca qui per guardare il video
Watching for Dolphins
In the summer months on every crossing to Piraeus
One noticed that certain passengers soon rose
From seats in the packed saloon and with serious
Looks and no acknowledgement of a common purpose
Passed forward through the small door into the bows
To watch for dolphins. One saw them loose
Every other wish. Even the lovers
Turned their desires on the sea, and a fat man
Hung with equipment to photograph the occasion
Stared like a saint, through sad bi-focals; others,
Hopeless themselves, looked to the children for they
Would see dolphins if anyone would. Day after day
Or on their last opportunity all gazed
Undecided whether a flat calm were favourable
Or a sea the sun and the wind between them raised
to a likeness of dolphins. Were gulls a sign, that fell
Screeching from the sky or over an unremarkable place
Sat in a silent school? Every face
After its character implored the sea.
All, unaccustomed, wanted epiphany,
Praying the sky would clang and the abused Aegean
Reverberate with cymbal, gong and drum.
We could not imagine more prayer, and had they then
On the waved, on the climax of our longing come
Smiling, snub nosed, domed like satyrs, oh
We should have laughed and lifted the children up
Stranger to stranger, pointing how with a leap
They left their element, three or four times, centred
On grace, and heavily and warm re-entered,
Looping the keel. We should have felt them go
Further and further into the deep parts. But soon
We were among the great tankers, under their chains
In black water. We had not seen the dolphins
But woke, blinking. Eyes cast down
With no admission of disappointment the company
Dispersed and prepared to land in the city.
—
per saperne di piu’ su Constantine, leggete la motivazione di consegna del dottorato onorario in letteratura da lui ricevuto nel 2009 a Durham (file .pdf)
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