2 pensieri su “Appunti dal buon senso senza senso (14) – Angelo Rendo

  1. Il libro cartaceo non lo mandiamo a nessuno (abbiamo stampato due copie, una per Rendo e una per me), ma a che sarebbe servito pagare 1500 euro presso un editore “normale” per poi spedirlo a 20-50-100 persone che in ogni caso non l’avrebbero letto comunque, figuriamoci comprato? Che mondo e’ mai questo letterario, nel quale tutto cio’ che riguarda il come si vive viene passato pretescamente sotto le parole “dono” o “incontro” con gran profluvio di superlativi, baci e abbracci falsi come una moneta da 5 euro?

    E’ un intero filone in perdita anche il solo occuparsene, di queste robe poetiche, per cui il metodo migliore *per me* e’ minimizzarle, le perdite: non dare corda a nessuno, spendere il meno possibile, rimanere ai soli testi. Capisco in questo modo di mirare a distruggere un tessuto connettivo umano, che e’ il buono che in tanti/e vedono in questo settore ed il buono che rimane ai piu’ in questo clima economico che sta impoverendo tutti, ma tant e’. Ognuno si prenda le responsabilita’ delle proprie azioni.

  2. Non c’è alcun dubbio che si debba fare “tabula rasa” del costituito, attendere alla primitivizzazione di ogni dato o segno. A rimanere fuori sono le pratiche conservative e guaste a cui si è abituati. Dubbio non c’è che virtuosa sia la nostra pratica; chi non si adegua, è fuori gioco, cerca vie furbe, facili, a vicolo chiuso; non è un interlocutore. Se così parliamo, è perché il tessuto connettivo è lacerato, le cellule ognuna fuori posto.

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