Di cosa sa la poesia? Di brodo – Angelo Rendo

Riccardo Falcinelli, insigne e autorevole grafico romano, nel realizzare per Carocci questa bella copertina, scrive – senza scriverle – tre cose: 1) la poesia sarebbe una cosa importante; 2) di essa, però, non resiste nulla se non un esoscheletro robotico. Anzi, solo due settenari, il primo ‘rotto’, il secondo liscio e rosso la garantiscono. Tre. Questi:

Pier Vincenzo
Mengaldo
Com’è la poesia

Ondivago, e dal carattere nervoso, il primo verso ‘abbruna’ il passionale e indifeso secondo.

Nell’adolescenza, a Scicli, quando si chiedeva a un amico Com’è, ci stava che la risposta fosse Co’ bruoru! (Col brodo!). Una maniera spiccia di murare l’interlocutore. Come va? Di cosa sa, la poesia? Di brodo. E addubbiti ri bruoru (‘Riempiti di brodo!’) un’altra colorita espressione per dire che di carne non ce n’era, solo brodo.