A Marzamemi e a Portopalo di Capo Passero il mare è voluto bene. Gli uomini gli si stringono attorno con ogni mezzo. Lo cullano, e ne prendono il colore, sempre vivo, eterno; e salsa è l’aria. È il mar Ionio, addomesticato e colonizzato.
Le marine siciliane del Mediterraneo, dalla Marza fino a Gela, invece, sembrano nemmeno vederlo il mare. Non lo trattengono, non lo avvolgono; sono terre che non si bagnano, che né avanzano né si lasciano invadere.
Pigro fa il suo lavoro, qui, il mare, la sua parte, ma mare non è. E odore non ha.
È una distesa immota, liscia davanti a coste erose, sabbiose, lenta, non guarda né è guardata.
I mediterranei lo temono, amico nemico e grande, troppo aperto mare, Mediterraneo, che babbo pare.
