Non quel nero ribollire di Pasolini, l’inesausta volontà di saturare la ragione, ma un ordinamento interiore esposto alla gioia in Parise.
‘Dobbiamo disobbedire’, 55 paginette Adelphi, 7 euro (2,99 euro in ebook), cinquantanovesimo volume pubblicato nella “Biblioteca minima” a settembre, non lascia campo.
Dal 1974 al 1975 Parise tenne sul “Corriere della Sera” una rubrica dedicata al dialogo coi lettori. Alcuni pezzi vengono ora riproposti nella veste “minima” per le cure di Silvio Perrella, il quale aveva già presentato nel 1998 le lettere di Parise ai lettori col titolo “Verba volant” nelle edizioni Liberal Libri di Firenze.
Parise col suo incedere momentaneo, spinto dalla “forza delle cose”, scrive a un livello per nulla aderente al modo di “virtù” italica e per postura, lineamento e qualità della pelle scritturale appare assimilabile a Rodolfo Wilcock.
La “natura pedagogica e fantastica” del testo, la lampante chiarezza, che candidamente cova l’idea di uno Stato democratico nettato dall’ “invidia di classe”, rendono il pamphlet futuribile, e fruibile massimamente da studenti delle medie superiori.
Gli insegnanti proporranno “Dobbiamo disobbedire” fra i libri consigliati, l’alta accademia potrà pure cestinarlo, ne ha il coraggio, e facoltà.