Le élites hanno aperto i cancelli, hanno figliato e sbarrato la strada allo sviluppo; pur di poter mantenere la tela, l’Organizzazione della Guerra Mentale ha creato miliziani criogenizzati, attenti a che il futuro non si presentificasse: lo stallo della voragine ideologica.
Il figlio è stato il nuovo, l’oggetto dell’ora e del sempre, ha avuto un medium, che ha fatto e sfatto la tela, premurandosi di conservare del figlio l’espressione nerdosissima: la paura di chi non ha paura, espressione e somma dell’iperconnesso, il quale non ammette la lacerazione del/nel presente, sempre.
Da qui la cristallizzazione di particole che graffiano la compagine sociale, la partigianeria dell’abisso, ripartire e stare fermi nel professionismo rivoluzionario: la parte che vorrebbe diventare tutto, quando è, al contrario, l’olos che circuendo, arrotando, innalzandosi e strisciando mette tutti sotto.
Saranno le lingue dell’intelligenza puntuta a cedere, preda di facili profeti. Me medesimo quanto più nell’identico mi medesimerò tanto più perderò. Così risuonerà lo stampo predefinito di forme piatte che si spaccano? Perderanno la rotta i professionisti della rivoluzione??