Nuova Poesia Civile (a Fantuzzi, Mari, Terzago, Gallerani)
Dieci anni fa Atelier usciva con un numero monografico, mi pare il n.24, dedicato alla “responsabilità della poesia”, nel quale tutti gli intervenuti (ventenni più o meno come voi) mettevano sul piatto quel che adesso state mettendo, molte volte antecedendo le proprie stesse opere venute solo dopo. Si delineavano i seguenti indirizzi: futuristi, recupero della bellezza, realisti, dono, biografismo, impegno civile. All’ultima categoria contribuirono Rivali, Desiati, Tuzet, Piergallini, Pisanelli, Italiano, Severi. Soprattutto Piergallini ha poi dato seguito ai suoi intendimenti, sia in lettere che in politica attiva.
Una questione: quella del “mestiere”. Un certo tipo di operato, come anche voi lo proponete, porta dritto alla politica attiva e quindi al discorso della rappresentanza reale. Mi pare remota la possibilità di accreditarsi, oggi nel nostro Occidente e qui in Italia, come poeti di mestiere e assumere una rappresentanza indiretta attraverso pauperismi stilistici. E dove non fosse remota, tale possibilità sarebbe -a mio modesto avviso- superata dagli eventi e dalle forme aggregative (ed economiche, non volendo assistenzialismo di stato più o meno mascherato) contemporanee.
Giuseppe Cornacchia
http://www.nazioneindiana.com/2011/02/03/pubblico-e-poeti-una-svolta-civile/ parte prima su Nazione Indiana
http://www.nazioneindiana.com/2011/02/05/pubblico-e-poeti-una-svolta-civile-parte-seconda/ parte seconda su Nazione Indiana