Come si misura uno scrittore? Pestandolo. Quale la resistenza al pestaggio? Chi resiste, è già in altro luogo.
Lo scrittore che per tara porti il tesoretto ovunque si sposti, mostri la cassetta delle collane, dei bracciali e dei gemelli, le foto degli avi alle pareti, i pianoforti e gli spartiti… questo scrittore dalla cui bocca mana fiato di chiuso potrà entrare nel novero gravido dei batuffoli di polvere soffiati letto contro letto: uno scherzo per ovviare al tempo.
La regola lucente estratta dalla fisima imbiancata del malato di nervi che tutto assegna al fato.
Allora, l’ufficialità borghese e signorile viene bruciata dall’aristocrazia, la cui molle claudicanza di gamba e palato arraffa a serpi le lingue e muore soffocata, come il santone che di notte illumina il cielo.
I nervetti lasciati nel piatto, lo scoglitore assente oggi; e della vergogna cosa vogliamo dire?
Solo un tarlo, a lima sorda sul prezzo scontato, ha potuto ridurre la portabilità della lingua a finzione, quando la forma per fastelli condanna al giudice che s’eterna nell’uomo, quel toro che spacca i resti.