[In vista del concerto fiorentino del 28 novembre al Flog di Firenze, propongo una playlist degli Yo La Tengo, rinnovando lo stesso post, traccia scaccia traccia, per i nostri lettori/ascoltatori.]
Playlist:
– More stars than are in heaven, qui, tratta dall’ultimo album Popular songs (2009).
– Autumn sweater, qui, tratta da I Can Hear the Heart Beating as One (1997).
– Don’t have to be so sad, qui, da Summer sun (2003).
– Mr. Tough, qui, da I’m Not Afraid Of You And I Will Beat Your Ass (2006).
– From the motel 6, qui, da Painful (1993).
– Everyday, qui, da And then nothing turned itself inside-out (2000)
– The summer, qui, da Fakebook (1990)
– Mushroom cloud of hiss, qui, da May I sing with me (1992)
– Blue line swinger, qui, da Electr-O-Pura (1995)
– The empty pool, qui, da Ride the tiger (1986)
Concludiamo, sotto, con You can have it all, da And the nothing turned itself inside-out (2000) e buon concerto a tutti!
28/11 concerto al flog di firenze. noi andiamo.
Ciao Teresa, ti ringrazio per l’informazione. Speriamo di venire!
E sulla scorta della tua info, mi riservo in questo mese di postare per i nostri lettori/ascoltatori pezzi selezionati di questa band immarcescibile, sempreverde e quietamente gloriosa.
A presto, AR.
A Rendo, ti aspettiamo per il concerto. Dal vivo sono fantastici anche se, a mio avviso, altri sono altri sono gli album dell’anno -ti aggiornerò! T’abbrazzu, fl
Low, di sicuro oggi “amministrano” l’apice toccato con “I Can Hear The Heart Beating As One” (1997) e con “And Then Nothing Turned Itself Inside-Out” (2000). Ma quel che voglio dire è che ci troviamo di fronte ad una traiettoria che non lascia spazio a distinguo. A me gli YLT appaiono “unico pezzo”. I 15/16 album a testimoniare una presenza vera e senza travestitismi. Da 25 anni sulla scena, con discrezione, potenza e grazia. Una simile tenuta va onorata. Per cui il discorso sugli YLT non è riducibile a mio parere alla classifica. Credo stiano al di qua o al di là di ogni transeunte “incasellamento giudiziario”. Siamo nella musica pura.
Attendo i tuoi aggiornamenti, con piacere.
Saluti e a prestissimo,
Angelo.
Niente classifiche -almeno adesso-, riflettevo i precedenti, And the nothing eccetera sugli altri -Blow up ha dato “6” al nuovo, pochino-, e con impazienza li attendo al Flog per respirare quei colori sempre un po’ in ombra, della notte -così li accolsi al primosentire e chissà perché li registravo su cassette assieme ai The for carnation-, o con altre grecchie e colori, come quelli d’adesso plumbei, stridenti dinanzi al giorno nuovo novembrino appena appena tinto.
Vieni che ne vale la pena.
Riguardo alla classifica, mi riferivo a ciò che tu scrivevi sugli album dell’anno; e da lì partivo.
E’ vero, è un disco da 6 (se ci fermiamo alle prime 9 tracce), mentre le ultime tre si riannodano al loro marchio e valgono un 8.
I For Carnation…ho qualche loro pezzo in una compilation della Matador, mi pare. Certo è che gli Ylt hanno voracemente trangugiato la tradizione, sviluppando una capacità di restituzione molto più aperta, varia e complessa rispetto alla scarnificazione del postrock in senso stretto. Intendo: una classicità tra modernità e innovazione.
Le atmosfere plumbee dei For Carnation, invece, mi paiono più da ricondurre al “genere”.
Visto il concerto e ascoltato anche se l’acustica tappava le orecchie. Georgia Hubley pareva assente e “estasiata”, a volte disturbata. Gran concerto comunque. C’erano molti sciclitani. Speriamo in altri.
…concerti, naturalmente!