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Da Allegretti racconta la religiosità della sua Sicilia | |
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FRANCESCO POLI | |
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Una Madonna vivente contornata di fiori con accanto, al posto del neonato Gesù, un disordinato mucchietto di bastoncini del gioco del mikado. Con questa singolare performance, che allude alla fragilità e precarietà del nostro presente, si è inaugurata alla Galleria Allegretti di Torino, la personale di Francesco Lauretta, curata da Gabriella Serusi. La mostra, che unisce in un singolare mix ironia (a partire dal titolo «Lacrimogeni»), nostalgia, melanconia e disincantata critica antropologica, mette in scena una desolata visione della religiosità tradizionale siciliana incentrata sulla devozione alla Madonna, documentata attraverso una serie di grandi quadri, di verismo di matrice fotografica, che rappresentano vari simulacri nelle chiese o lungo le strade.
Questi dipinti, insieme ad alcuni scorci di squallidi e deserti paesi danno un’immagine straniata e senza tempo del sud più povero e tragicamente immobile. Immagine rafforzata da un video Gaudium et Spes che mostra la vita, le azioni e i gesti sempre uguali, di una coppia di vecchi nella stanza meno triste della casa, la cucina. Per alleggerire, in un certo senso, la tensione realistica di questi lavori, Lauretta ha esposto anche alcune opere con valenze più ludiche: una scultura che raffigura la Madonna completamente ricoperta di cioccolata e decorata con praline di zucchero multicolori: e degli aerei palloncini, anch’essi ricoperti di praline.. Opere che rimandano al ricordo delle feste religiose di paese. Nel suo insieme la mostra, con le sue variate modulazioni emotive, per la sua coerenza potrebbe essere considerata come un’unica grande installazione ambientale. FRANCESCO LAURETTA. LACRIMOGENI |
